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DISGRAFIA Primo piano

Disgrafia, questa sconosciuta

Disgrafia: cos’è?

La disgrafia non va confusa con l’altro disturbo, detto disortografia, che è caratterizzato da un numero eccessivo di errori di ortografia.

La disgrafia è uno dei quattro principali DSA, però meno conosciuta degli altri.

In parole povere il bambino disgrafico presenta una scrittura molto irregolare nella forma ed un “gesto motorio” spesso inadeguato, per esempio con una impugnatura della penna disfunzionale. Una pessima grafia, insomma. Spesso il bambino stesso non riesce a leggere correttamente quello che ha scritto!

Da una parte la disgrafia può essere secondaria ad un problema più generale chiamato generalmente Disturbo della Coordinazione Motoria, o con nomi più specifici. Dall’altra c’è stato un lungo dibattito sui criteri e le modalità migliori per porre la diagnosi…

In Italia un gruppo di lavoro dell’Istituto Burlo Garofalo di Trieste (Borean et al.) ed uno romano (Di Brina e Rossini) si sono distinti per aver proposto diversi criteri di diagnosi per la disgrafia.

Anche l’associazione www.airipa.it, che riunisce i maggiori studiosi di DSA, ha elaborato una sua metodologia di valutazione che ha ricevuto molto interesse.

Chi vuole approfondire gli aspetti teorici può consultare questi lavori.

Disgrafia: come riconoscerla?

Consideriamo anzitutto che per porre diagnosi di disgrafia dobbiamo osservare una scrittura veramente incomprensibile.

Soprattutto è importante il criterio che riguarda la compromissione nelle attività quotidiane. Quando la scrittura risulta illeggibile anche per il suo piccolo autore. La situazione, quindi, è di disagio e di fatica nelle normali attività scolastiche.

La diagnosi di disgrafia

La scrittura disgrafica presenta tutta una serie di elementi alterati rispetto alla media.

Alcuni  riguardano la scrittura nel suo complesso: i margini del foglio sono alterati, la riga è molto calante od ondulata, gli spazi tra parole non sono rispettati.

Ancora più importanti sono però le alterazioni del segno: le lettere sono ambigue od incomprensibili, il tratto è irregolare, troppo grande o troppo piccolo, e così via.

Noi adulti spesso non ci rendiamo conto che scrivere presuppone tutta una serie di abilità.

Esse sono definite dagli esperti visuo-spaziali, di coordinamento oculo-manuale e fino-motorie.

Per porre una corretta diagnosi è necessario escludere che il bambino abbia un disturbo più generale di coordinazione motoria. A volte infatti il disturbo è secondario a difficoltà più estese.

Molto importante è quindi raccogliere una corretta anamnesi, con particolare riguardo alle tappe dello sviluppo motorio e linguistico.

In un secondo momento  si utilizzeranno gli strumenti più adeguati per la valutazione della disgrafia stessa.

In Italia sono molto utilizzate  scale psicodiagnostiche come la BHK che sono specificamente studiate per valutare il livello del disturbo.

Una prova ormai di routine molto usata in un primo livello, cioè per escludere il disturbo, sono le cosiddette prassie della scrittura.

L’esame è molto semplice. Il bambino deve scrivere in un minuto di tempo, quante più sillabe può delle seguenti.

Si effettuano tre prove: la sillaba le, il numero uno, e poi i numeri scritti in lettere in successione: uno due tre  e così via.

Si confrontano ovviamente i risultati con le norme statistiche per una data età e classe.

Il trattamento consiste in una serie di esercizi motori. Essi richiedono impegno e attenzione da parte del bambino, oltre ad una pratica quotidiana. A differenza degli altri trattamenti,  il Pc non può sostituire, è il caso di dirlo, l’olio di gomito.

Se il bambino è gravemente impedito nella scrittura, é  utile fornire la principale misura dispensativa.

Si tratta della scrittura mediante il Pc.

In ogni caso è doveroso fare il possibile per migliorare le abilità di scrittura del soggetto.

Ma, in alcuni casi, essa resterà troppo lenta per un lavoro scolatico proficuo, e in questi casi ci verrà in aiuto il Pc.

Il noto specialista dott. Gianluca Lo Presti propone anche delle impugnature speciali da applicare alle penne.

Sono disponibili in commercio anche penne con la canna di forma triangolare.

In un prossimo articolo parleremo degli esercizi per la disgrafia.

Di Leopoldo Tacchini

Ho 55 anni e vivo a Firenze. Mi sono laureato all'Università di Bologna. Mi sono perfezionato in naturopatia, metodo Tomatis integrato, e successivamente in valutazione e trattamento DSA.

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