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Dislessia e memoria

Uno degli aspetti che più colpiscono della dislessia è il frequente deficit di memoria, specialmente uditiva, detta più precisamente fonologica.

Il deficit di memoria a breve termine è presente in un grande numero di bambini/e con DSA. E’ un aspetto che sconcerta molto i non addetti ai lavori ed anche gli insegnanti che non hanno una formazione specifica sui disturbi dell’apprendimento.

Questa debolezza di memoria si manifesta spesso in questo modo. Il bambino,  a tutti gli effetti di intelligenza normale, non ricorda una cosa detta da poco, o non riesce a ripetere una frase appena detta.

Ma cerchiamo di capire meglio. Quante volte diciamo di aver perso la memoria, e quanti di noi, dalla mezza età, lamentano di non ricordare come una volta!

Nella dislessia è un po’ diverso. Può essere compromessa la memoria sia a lungo che a breve termine.

 

Premettiamo che per noi psicologi è molto importante distinguere fra memoria a lungo termine e a breve termine. Si distingue anche una memoria a brevissimo termine che ci permette di “tenere presenti” sillabe e parole man mano che le leggiamo.

Essa è conosciuta con i nomi tecnici di buffer fonologico e buffer lessicale.

Raramente ci pensiamo, ma mentre leggiamo, scriviamo o anche solo parliamo facciamo funzionare queste memorie a breve e brevissimo termine.

Consideriamo la lettura. Man mano che leggiamo, teniamo infatti in mente sia la parte di frase che abbiamo già pronunciato, sia, man mano, le parole o addirittura le sillabe che stiamo leggendo.

Queste memorie, che chiamiamo appunto memoria fonologica e, a brevissimo termine,  buffer fonologico o lessicale, sono quasi sempre carenti nel dislessico.

Nel trattamento di riabilitazione cerchiamo appunto di sviluppare queste capacità di tenere in memoria, quindi di automatizzare il riconoscimento, prima delle sillabe più comuni, poi di intere parole.

Fin qui abbiamo parlato del trattamento della dislessia in senso stretto. In più è presente anche questo aspetto che sconcerta molto, la scarsa  memoria quando si tratta di ricordare ciò che si è udito o letto.

In altre parole, il bambino dislessico in genere è  molto più abile sul canale visivo e con la memoria visiva.

Quindi sia nell’ organizzare le informazioni che nel ricordarle.

Come aiutarli?

Si è visto che sono utili due metodi:

  • Le ripetizioni frequenti
  • Le mappe concettuali

Di queste ultime ne parleremo in un prossimo articolo

Di Leopoldo Tacchini

Ho 55 anni e vivo a Firenze. Mi sono laureato all'Università di Bologna. Mi sono perfezionato in naturopatia, metodo Tomatis integrato, e successivamente in valutazione e trattamento DSA.

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