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DISORTOGRAFIA

Disortografia: significato, cause, cure.

Una panoramica sui principali punti da conoscere nella disortografia.

1.  Disortografia: quali le cause?

Per iniziare il discorso, osserviamo che la disortografia ha un legame molto stretto con la dislessia.

Un dislessico, infatti, nella quasi totalità dei casi è anche disortografico. Mentre il contrario non è sempre vero: esistono soggetti disortografici ma non dislessici.

La cosa non ci deve meravigliare se teniamo conto di quello che ho detto negli articoli sulla dislessia. Esiste un problema di conversione da grafemi (lettere e sillabe scritte) a fonemi e viceversa.   Qui ci interessa questo secondo caso. Non sono presenti solo errori che riguardano le regole grammaticali, ma troviamo anche alterazioni del “suono” delle parole (errori fonologici).

Per parlare di disortografia occorre che la prestazione sia veramente scadente per l’età e la classe scolastica frequentata, ovvero che il numero di errori ortografici sia molto alto in rapporto alla classe frequentata.

Per convenzione si può porre una diagnosi certa quando la prestazione, in almeno due prove, è sotto il 5° percentile per l’età e la classe frequentata. In altre parole quando su 100 bambini, poniamo di terza elementare, almeno 95 hanno una prestazione migliore del nostro soggetto.

Come già detto, anche nei casi in cui non vi sia un ritardo grave (siamo al 10° o 15° percentile) è difficile che ci sia un buon recupero se i bambini non seguono un trattamento specifico di potenziamento.

2. Come si fa la diagnosi di disortografia.

Per effettuare la diagnosi in genere si sottopone al bambino diverse prove di dettato, dopo aver effettuato le prove per quantificare la presenza ed il grado di dislessia.

Tipicamente ci sono tre prove.

  1. Il dettato di un brano, dove sono presenti parole dette “omofone non omografe”, per esempio l’ago e lago.
  2. Una prova di dettato di parole, con diversa frequenza d’uso (parole concrete e astratte con ricorrenza frequente o rara nel normale parlato).
  3. Una prova di dettato di non-parole.

Cosa sono le non-parole? Parole inventate, ad esempio tazio, sirbo, buolo…

Gli errori presenti sono divisi in tre tipi: fonologici, non fonologici, doppie e accenti.

Il problema delle doppie e accenti è conosciuto da tutti, e riguarda la loro omissione o il loro impiego eccessivo. Per così dire, potremmo affermare che sono errori meno gravi, perché tutti noi abbiamo imparato il loro uso corretto verso la fine dell’apprendimento della scrittura.

Gli errori fonologici in disortografia sono invece i più gravi, perché viene sbagliato il suono della parola.

Ad esempio se al posto di dimenticato, scriviamo diemticato, o dinemticato. Ci possono essere quindi inversioni od omissioni di lettere e sillabe.

Gli errori non fonologici sono anch’essi di più difficile correzione nel bambino, e riguardano appunto le convenzioni grammaticali. Come non ricordare l’uso dell’ H e della Q?

Sono dunque non-fonologici quore, o mangiato, ma anche lalbero, in sieme (questi ultimi due sono detti rispettivamente fusione e separazione illegale)

3. Disortografia, cosa fare?

In un prossimo articolo approfondiremo meglio; per adesso vediamo alcuni punti essenziali.

Innanzitutto i familiari devono accertarsi che non sia presente la dislessia seguendo l’iter relativo, conseguendo, se il caso, la relativa certificazione per gli ausili scolastici.

Inoltre dovrebbe promuovere il piacere della lettura dando il buon esempio. Più il bambino migliora nella lettura, più facile sarà correggere l’ortografia.

Quando invece la disortografia è conseguenza di una dislessia severa, difficilmente migliorabile, è importante prevedere degli strumenti di aiuto, detti compensativi. Il principale tra essi è il correttore ortografico.

E’  spesso utile arricchire il lessico del bambino con gli audiolibri, le parole incrociate e con altri giochi grammaticali.

In terzo luogo occorre classificare gli errori più comuni del bambino in modo da intervenire con precisione.

4.  Disortografia, come curarla.

Come già sottolineato, occorre prima lavorare  sulla dislessia, se presente.

La correzione della disortografia prevede l’uso di esercizi su misura dei punti deboli manifestati dal bambino.

Come per la dislessia, sono disponibili sul mercato numerosi software che rendono il lavoro più divertente e stimolante per il bambino, oltre a segnalare e tenere in memoria la percentuale di errori, i miglioramenti conseguiti, e così via.

Questi programmi hanno molto spesso anche esercizi su carta. E’ bene per conseguire i migliori risultati utilizzare entrambe le versioni dello strumento (cartacea e su PC) a giorni alterni od anche nella stessa seduta.

Ancora una volta sottolineo come occorra lavorare  sulla corretta percezione dei fonemi, e questo si ottiene appunto con il trattamento previsti per la dislessia.

Di Leopoldo Tacchini

Ho 55 anni e vivo a Firenze. Mi sono laureato all'Università di Bologna. Mi sono perfezionato in naturopatia, metodo Tomatis integrato, e successivamente in valutazione e trattamento DSA.

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